ARS E TÉCHNE PER SEGNARE IL TEMPO
MAESTRANZE
ARS E TÉCHNE PER SEGNARE IL TEMPO
testo: Giorgia Chicarella
foto: Vladimir Corjarschi
La Direzione Artistica del CUBO è tutt’uno con la definizione della sua identità. Elisabetta Baratti e Guillaume Pacetti hanno intrapreso questo percorso certi che: “solo quando il gruppo diventa squadra, si dota di un metodo e di un obiettivo, si ottiene la crescita euritmica perfetta”.
La scelta è precisa: la definizione di un progetto comune che disegni i contorni di questo spazio sempre aperto, corale e poliedrico, dove parte e tutto si definiscono a vicenda, mai l’uno senza l’altro.
Stare al CUBO significa essere parte del CUBO: entrare in una struttura armonica e condivisa dove prendono forma punti di vista eterogenei, progetti, idee, …
Nel suo orizzonte, grazie all’impronta data da Elisabetta e Guillaume, si delinea un itinerario coordinato che punta in alto. Il ritmo è e vuole essere sostenuto; la crescita evidente. Il CUBO come magnete che attira talenti, coinvolge attività differenti, abbraccia passioni comuni e, così facendo, da voce con potenza ed eleganza alla sua natura versatile.
Il massimo risultato – si sa – arriva proprio quando l’identità è condivisa e sostenuta…nutrita!
“Grazie all’impegno e al lavoro coordinato di tutte le realtà che ogni giorno vivono il CUBO – spiega Guillaume – vogliamo trasmettere alla città, e non solo, l’autenticità di questo luogo. La nostra responsabilità come Direzione Artistica consiste nella definizione di una programmazione che abbracci step by step il CUBO, partecipata e sostenuta da tutti. Eventi, mostre, conferenze, opportunità di formazione…determinate in base a scelte tematiche strategiche, sempre dinamiche ma precise”. “Un file rouge – evidenzia – che rinforzi la pianificazione e valorizzi tutte le energie che fanno parte del CUBO”.
E a giocare un ruolo da protagonista, quando si parla di identità, è prima di tutto la parola, o meglio il linguaggio.
“Soprattutto quello di matrice filosofica – precisa Elisabetta -, è fondamentale nella definizione del sistema CUBO. Cerchiamo sempre di creare un trait d’union tra le diverse attività a calendario grazie alla ricerca di termini che definiscono un percorso, una programmazione. Tutte le espressioni che usiamo sono figlie della progettualità che come Direzione Artistica vogliamo non solo trasmettere, ma realizzare”.
All’interno di questo spazio elastico portano la condivisione del know-how che hanno maturato. Conoscenza e saper fare sia professionale sia personale: Elisabetta, Project manager e Consulente per finanziamenti di Bandi comunitari, forma mentis maturata attraverso gli studi e la laurea in Filosofia; Guillaume, Architetto e fondatore dello Studio A35, con una padronanza elevata nel campo del design e dell’arte.
A valle e a monte di questo lavoro a quattro mani, l’Ars di Elisabetta e la Téchne di Guillaume, le loro relazioni ad alto valore aggiunto, le passioni artistiche ed architettoniche maturate in giro per il mondo. Entrambi guardano al CUBO come a una struttura in evoluzione, un “Think Tank”, con una testa, o meglio tante teste, che insieme possono fare la differenza, e gambe solide che, giustamente armonizzate, le permettono di correre lontano.
“Il nostro obiettivoè dare al CUBO una struttura verticale- precisa Guillaume -; ossia, affiancare ad eventi artistici e culturali che pongono l’accento su temi importanti, dall’ambiente al design, dall’architettura alla fotografia…emolto oltre, occasioni rilevanti di creazione e divulgazione del sapere, come conferenze, dibattiti di alto livello. Un’azione sinergica e rilevante che renda questo Polo un volto sempre più autorevole e riconoscibile per tutta la città e non solo”.
Sono stati ideati con queste finalità le mostre: Itinerario di una Forma – Il progetto del prodotto di Design, una narrazione tra metodo e sistema di Nilo Gioacchini; Impronta di Vladimir Cojarschi di GR Studio; e l’ambizioso progetto, che vedrà la luce il prossimo anno, Scenografia e Costume nel Cinema di Lorenzo Baraldi e Gianna Gissi a cura di Marco Bennicelli.
Sono pensate in quest’ottica anche le collaborazioni e i patrocini con il FAI Giovani sezione di Parma, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’ADI – Associazione per il Disegno Industriale – Delegazione Emilia Romagna, la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano – sede di Mantova, il Liceo Artistico Toschi, ma anche l’Università di Parma e il Lions Club di Parma, oltre al legame con importanti eventi cittadini come Parma 360° e Parma Inter Music Film Festival. Hanno intrapreso questa stessa rotta le strategie di fundraising, le unioni con enti pubblici e privati del territorio e molto oltre.
Un Polo culturale quindi, ma anche sociale che attira e coinvolge personalità di spicco nell’ambito dell’urbanistica, dell’architettura, del design; ospita eventi e conferenze di respiro internazionale.
Un Polo di e per Parma che conduce verso orizzonti più ampi.
“Lo scopo è realizzare dei partenariati che accrescano la visibilità del CUBO e ne arricchiscano la dinamicità. La partecipazione ai bandi Europei – chiarisce Elisabetta – si inserisce perfettamente in questa progettualità: il fine è quello di iscrivere le attività che realizziamo all’interno di una cornice cosmopolita. Anche alla luce del fatto che Parma sarà il prossimo anno Capitale della Cultura, vorremmo che il CUBO diventasse un Polo Europeo a partire dai finanziamenti per Europa Creativa, ospitando personalità internazionali, ma anche grazie a corsi di formazione dedicati proprio a questo ambito oggi in costante evoluzione”.
Gli strumenti di comunicazione e diffusione si inseriscono in questa cornice, danno forza e mirano a definire l’identità del CUBO, a cavallo tra passato e futuro, creatività e divertimento, territorio e mondo: l’Associazione, il Magazzino, gli eventi, la presenza digital… Dai singoli spazi del CUBO passando per la Galleria Bianca, arrivando al Campo CUBO, lo spazio esterno, posto alle spalle della struttura, dove verranno realizzati eventi e manifestazioni di forte impatto.
Tutto prende forma e si sostanzia all’interno di un progetto comune in divenire. “Come un’Orchestra che crea e creando valorizza ogni singola voce e strumento grazie ad un Direttore che la conduce, il CUBO vuole essere un crescendo, un suono armonico perfetto”.